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[club social event] (not) so close – Albegno – Dinner – 14 maggio 2016

Il Club GAMeC è lieto di segnalare un evento promosso dall’Associazione in occasione della prima edizione del Club GAMeC Prize 2016 nell’ambito di The Blank ArtDate – La Città dei destini incrociati: nella giornata di presentazione della mostra (NOT) So Close tutti i Soci del Club sono invitati alla cena sull’erba, che si terrà in concomitanza della proclamazione del vincitore del Club GAMeC-Prize 2016, presso la Residenza Casarotto di Albegno.

Club GAMeC Prize presenta (NOT) SO CLOSE, mostra a cura di Davide Giannella presso la Residenza Casarotto di Albegno (opening 14 maggio, ore 16.30-19.30). La VI edizione delle giornate dell’arte contemporanea a Bergamo è ispirata al romanzo di Italo Calvino “Il castello dei destini incrociati” e ai Tarocchi Colleoni-Baglioni che ne corredano le pagine. Partendo dall’associazione con la carta de “Il mondo”, Club GAMec Prize invita quattro artisti nati negli anni ’80 che indagano in maniera differente alcuni paradossi dell’epoca digitale: l’illusione di esser costantemente connessi ad avvenimenti e persone su scala globale prodotta dalle tecnologie e la conseguente e, forse, consapevole distanza che si è venuta a creare tra gli individui sul piano del reale.

Gli artisti chiamati a partecipare a questa riflessione, attraverso la presentazione di un’opera inedita, sono Alessandro Agudio (1982), Riccardo Benassi (1982), Alessandro Di Pietro (1987), Diego Marcon (1985).

Uno dei quattro progetti esposti entrerà a far parte della collezione della GAMeC, grazie all’acquisizione da parte di Club GAMeC – associazione culturale nata nel 2005 per promuovere e sostenere la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo nella diffusione della conoscenza dell’arte del nostro tempo.

Agudio lavora nella “dimensione domestica” indagando il design e in particolare il momento in cui determinati oggetti di consumo assumono lo stato di simbolo dello stile di vita di uno specifico gruppo sociale. Se il design è uno strumento per analizzare l’etica della classe media italiana, la superficie degli oggetti è per l’artista il vero territorio di ricerca. Il lavoro Lamberta e Margiotta, il velivolo e la massa informe si compone di una serie di forme sospese a muro che richiamano elementi come mensole o svuotasche, creando un possibile scenario narrativo a partire da questi oggetti, progettati per assecondare una certa sfera del design di interni.

Benassi parte da una domanda apparentemente semplice: come è cambiata la nostra comprensione della musica – ed in generale del suono – da quando le suonerie dei cellulari sono entrate nelle nostre vite? Phonemenology – Post-Ringtone Society è il secondo capitolo del ciclo “Phonemenology” attraverso il quale l’artista – a partire dal 2015 – indaga i mutamenti sociali legati all’uso di tecnologie portatili collegate al web. Ogni capitolo è formato da una video installazione il cui nucleo pulsante è un video loop discorsivo ed ellittico. L’opera, nata nel corso delle lezioni di Sound Design che Benassi tiene all’Accademia di Belle Arti di Bergamo – analizza il ruolo fondamentale dell’educazione nella creazione di un’opera d’arte come strumento di miglioramento della società. All’interno di questa visione, l’artista è contemporaneamente educatore e studente, e crea l’opera nel momento stesso in cui apre discussioni collettive senza necessità di risoluzione immediata, dando vita a un dialogo fra diverse generazioni, punti di vista e culture.

Di Pietro lavora sulle trasformazioni della materia, tra reale e virtuale, e sui meccanismi di continuo scambio che la riplasmano all’interno del vissuto di un uomo e della sua pratica nel mondo. Il progetto Tomb Writer. (Solve et Coagula) ruota in questo caso attorno ad uno dei principali fondamenti alchemici per cambiare o nobilitare lo stato fisico di un materiale, come nel caso dei metalli in oro. L’indagine dell’artista riguarda le dinamiche di ri-codificazione del reale in cui “raw material” e “refined material” si intersecano di continuo mescolando e annullando il virtuale e il reale in un unico apparato esperienziale. Il progetto si sviluppa orizzontalmente in maniera modulare e si formalizza in un pavimento praticabile, uno stage performativo concepito come una geografia di segni. Si tratta di disegni e grafismi che traducono annotazioni virtuali, recuperate da liste digitali e personali, che diventano lo scenario di un “Tomb Raider al primo livello del primo mondo del gioco” in cui non è ancora accaduto nessuno sviluppo narrativo.

Marcon presenta Untitled (Head falling 01, 02, 03, 04, 05), una serie di cinque brevi animazioni pensate come loop continui, in cui il primo frame coincide con l’ultimo, generando un movimento perpetuo e logorante. I film sono realizzati dipingendo direttamente con inchiostro e incisione su pellicola 16mm. Si tratta di cinque cedimenti: cinque teste ritratte nel momento in cui cascano dal sonno e ritornano sveglie.

La cena prevede una quota di partecipazione di 20€ a persona quale contributo aggiuntivo al fondo per l’acquisizione dell’opera premiata che andrà a far parte della Collezione Permanente di GAMeC.

Chiediamo gentilmente a coloro che volessero aderire di confermare la gradita partecipazione all’indirizzo gameclub@gamec.it entro e non oltre martedì 10 maggio.

(NOT) so close
mostra realizzata in occasione del Club GAMeC Prize 2016
nell’ambito di ARTDATE
Residenza Casarotto, via Frizzoni 5, Albegno di Treviolo (BG)
Opening: 14 maggio 2016, ore 16:30 – 19:30
Dinner: 14 maggio 2016, ore 20:30 (richiesta conferma di adesione)